67 risposte a "ODIO GLI PSICOLOGI"

  1. E tu, che lavoro fai se posso? Ti ho percepito frustrata, forse non trovi qualcuno che ti comprenda senza giudizio? Se è così mandami un sms allo 0041784022736 … curiosamente ti invito a una chiacchierata vuoi? Un saluto dolce da Sandra G.

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    1. Ciao Sandra, sei molto gentile nell’offrirmi la possibilità di una chiacchierata fuori da giudizio, ti ringrazio per la sensibilità. Credo che tu abbia letto il messaggio come uno sfogo e una richiesta ma il mio era più un piccolo scritto sarcastico e un po’ provocatore su alcuni aspetti di alcune persone del mestiere che faccio anche io 😉

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  2. E io che pensavo di essere sbagliata a pensarla così… ma finalmente mi accorgo che quello che pensavo non fosse così na cazzata. Posso continuare la mia specializzazione con il cuore più caldo :). Grazie assai.

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    1. Chiaretta, ma grazie a te! Sono molto contenta che qualcuno la senta un po’ come me, anche questo fa venire il cuore più caldo. Devi continuare proprio perché hai lo spirito critico giusto, ricordandoti che la specializzazione è un po’ come la patente, a guidare ci impari dopo, quando inizi a mangiare km e ad osservare le strade con i tuoi occhi. Buon viaggio 🙂

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  3. Da Psicologo, condivido in pieno. Non potevi dipingere in modo più reale la nostra situazione. Hai praticamente tirato fuori le parole giuste che tengo in me da un bel po’ di tempo… e che non so se avrei il coraggio di dire. Semplicemente bellissime, grazie!

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  4. Da psicologa comprendo fino in fondo la tua arringa che ho pensato ed esternato in varie occasioni nella mia vita! Una sola cosa mi permetto di considerare, credo che tu non abbia ancora incontrato un certo numero di persone che questo lavoro lo fanno con preparazione onestà e umiltà’. Persone VERE intendo!
    Un saluto solidale
    Cristina

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  5. E’ stato divertente leggerti. Un piacere.
    Io non li odio, semplicemente credo sbaglino parecchio, come dici tu, ma sopratutto quando dicono a noi, Consulenti di Fiori di Bach BFRP, “fermi tutti, un attimo: le emozioni sono affar nostro!”
    Le emozioni sono affari di tutti.

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  6. ho subito intuito tu fossi una psicologa, ma una di quelle che legge anche cuore e anima…nn solo libri e stereotipi di etichette celebrali da affibbiare x forza. grazie…sei una bella persona 😊

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  7. Faccio la musicista, tutto l’opposto insomma (ma forse neanche tanto). Hai descritto PERFETTAMENTE il mio mondo (con le dovute eccezioni). Grazie ai musicisti identici al tuo sfogo ho conosciuto psicologi migliori di loro.

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    1. Ciao Lety, grazie mille per il tuo commento, molto saggio. E’ verissimo che la stessa critica si può fare a qualunque gruppo che si comporti da tribù. Come se i musicisti potessero parlare delle sinfonie dimenticando le note. La grazia e l’allenamento di un musicista è qualcosa che somiglia a tutti quelli che vogliono fare quello che fanno con un certo stile e non con un altro. 🙂

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  8. Ciao. Sai, ho attraversato lunghi e pesanti percorsi con molti psicoterapeuti in vent’anni. Mi hanno maltrattata tutti. La prima ha abusato del suo ruolo, io avevo 14 anni ed “era necessario” che mi recassi da questa signora 4 volte la settimana per sentirmi sbagiata, sentirmi dire che “dovevo comportarmi in modo consono e normale” e che delle lecite perplessità erano solo “egoismi genitoriali e mia poca voglia di crescere”. La seconda era affettuosa ma ad un punto decisivo mi son sentita stetta in un legame affettivo, e se mi infuenzavo erano mie bugie per “evitare la terapia”. E poi tanti altri psicoterapeuti: Il dottore che mi riempiva tutto il tempo di prediche e insegnamenti, oppure una giovane dottoressa che rigirava astutamente tutto a suo favore per tenermi vincolata ai reparti psichiatrici o nel dovere di “prendere sempre le medicine” perché se non stavo in maniera ottimale lei di seguirmi “non se la sentiva”. Erano percorsi traumatici già nei traumi stessi e di questi pure più forti, poiché mi recavo lì con la voglia di farcela e tentando di affidarmi appieno per come era necessario e accadeva solo un tentativo di manipolazione tra mura affatto contenute da un patto davvero chiaro nella carta iniziale. Io dovrei essere arrabbiata ma soprattutto rovinata, anche di essere stata volutamente abbandonata da loro per cose che non sceglievo io, ma restava il mio ambiente difficile, ed io ero malata anche e soprattutto per queste persone che si dicevano disposte ad aiutarmi. Mi ribellai ad un punto. Mi illuminai. Capii di tenere io stessa le risorse per vivere. Anche se a volte mi farebbe felice qualcuno con cui parlare, eppure è troppo tardi ho perso la fiducia negli psicologi… di residui e problemi ancora ne ho, basterebbe solo un umile interlocutore a volte… per chiunque di noi… poiche’ la fiducia e’ un fiore che va innaffiato non un dovere…ecco perché ti dico tutto questo, perché ti dico… grazie di cuore, a te e a questo articolo, della tua umanità, lo apprezzo davvero tanto e ti abbraccio 🙂

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  9. Mah… sebbene sia carino nell’intento comico, e ok, al 70% critichi forse lo psicologo o della psicologia da operetta (quello che, quando fai Psicologia – e siamo ambedue psicologi, o collega – riscontri anche poco).
    Sembrano le critiche di uno che non conosce davvero gli psicologi, o li conosce per sentito dire.
    In parte peró è anche colpa di molti del settore che nulla fanno per confutare certi stereotipi.
    Invece alcune critiche sono interessanti: quella alle pecore e ai guru, ad esempio, o quelle alla mania di dare nomi sindromici alle cose, quella all’antiinfanzia e all’antivecchiaia.
    Quello sí.

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    1. Ciao Daniele e grazie mille per le tue parole, qualcuno potrebbe dire che le critiche siano meno apprezzabili, invece lo sono altrettanto. Credo l’errore sia stato sopratutto mio nel dare un titolo così generale a qualcosa che era diretto al particolare, mi sono lasciata trasportare dal gusto totalizzante della polemica. Di quantità di psicologi e colpe non saprei dire con esattezza, intanto mi prendo la responsabilità di essere sembrata assolutista 🙂

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  10. Grazie infinite! Avevo da tempo iniziato a pensare che il mio modo di vivere il mio lavoro fosse sbagliato…e che avessero ragione i colleghi che mi raccomandavano di diventare più rigida! Grazie perché mi hai scaldato il cuore e perché hai ridato dignità Alle emozioni!

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    1. Rosy, grazie! Mi fa proprio piacere se sono riuscita a fare questo, è un onore! Credo che ognuno debba continuare ad essere fedele alla parte più grande di se stessi perché è la cosa più semplice e perchè in fondo è inevitabile. E se questa parte non è rigida, che allora non lo sia. 🙂

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  11. Ciao … Mi sono divertita moltissimo a leggerti… Ed ho pensato ai miei primi anni… Alla specializzazione… Al dovermi vestire in un certo modo per essere “credibile”… Poi sono cresciuta… I miei pazienti mi hanno cambiato o come li chiami tu i miei eroi… Nelle relazioni ho ritrovato la mia personalitá oltre i devo ed ora creativamente cammino a volte insieme a loro… A volte li aspetto… A volte li saluto… Ed a volte curiamo le piante insieme! In bocca a lupo e grazie di aver così bene descritto il vissuto di molti … O pochi… O…. Sicuramente il mio

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  12. Non male! Troppo fumo annebbia la vista e ti permette forse di vedere solo ad un palmo. Per guardare ci vuole esperienza. Buon viaggio, la strada non è del tutto sbagliata se continuerai a guidare tu accettando alle volte alcune brevi deviazioni.

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  13. Condivido in pieno, anzi GRAZIE per queste parole perché é sempre bello trovare qualcuno che la pensa come te. Tra l’altro riassumo il tutto anche io con la frase “odio gli psicologi” e questo mi ha fatto sorridere!

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  14. Ci sono degli aspetti che trovo condivisibili…come ad esempio la cecità rispetto ad alcuni aspetti umani dei propri pazienti, o la necessità di delega rispetto ad un capo carismatico che spesso annebbia lo spirito critico; come anche la mancanza di ccomunicazione tra discipline diverse o la presa di coscienza sul tempo che passa. Però ho la sensazione che, se proprio l’intento era quello polemico, alcuni aspetti siano stati tracurati, come ad esempio la mancanza di preparazione, cosa a mio avviso drammaticamente più pesante rispetto alla professione di psicologo. Non so la tua storia, non so dove come o da quanto tu lavori, ma dalle tue parole traspare una certa ingenuità e anche una scarsa esperienza di contesti formativi davvero appaganti e capaci di dare solide basi. L’esperienza è davvero un requisito fondamentale per dare opinioni ampie, e non semplicistiche. Una cosa che io personalmente faccio fatica a condividere è l’uso di polemica troppo direttiva, specialmente quando si parla del lavoro che amo. Sai, è sicuramente vero che ci sono psicologi assolutisti nella loro rigidità, ma anche la critica a macchia d’olio può essere assai pericolosa..ed è certamente più difficile fare il proprio lavoro in coscienza trovando nei limiti delle occasioni piuttosto che scegliere di essere ‘contro’. Perché lo sappiamo, l’eco di parole generiche su un tema che può toccare in modo diretto molte persone che magari sono state pazienti di vari professionisti può avere un impatto particolare. Il mio timore è che, per smontare vecchi pregiudizi, ne creino solo di nuovi. Ho letto le tue parole, e mi sono chiesta quale sia stato davvero il bisogno che ti abbia mossa a scriverle, e cosa ti aspettavi. In ogni caso, ti auguro buona fortuna.

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    1. Cara Laura, ho dato uno sguardo al tuo spazio virtuale. Non so dirti esattamente con quale bisogno l’abbia scritto o cosa mi aspettassi. È sicuramente successo più di quanto mi aspettassi e sento il bisogno di esserne felice. So che mi piace scrivere e a volte con un po’ di “incoscienza, coraggio e tempo” si combinano i disastri migliori 🙂 Non volevo essere assolutista ma nemmeno politically ineccepibile, mi riferivo a “Quegli psicologi che:” e avrei senz’altro potuto esprimerlo in modo meno ambiguo. Chi rimane colpito per un’esperienza personale è già stato colpito abbastanza dall’esperienza negativa in sè. Non è detto che non possa sentire sollievo nel sentirsi capito. Ad ogni modo, ti ringrazio per questo commento così ben formulato, mi ha colpito, nonostante dovremmo avere grosso modo la stessa età, dai l’impressione di essere una del campo da moltissimo tempo.

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  15. A dir poco… MERAVIGLIOSO! Spettacolare! Avrei voluto conoscerti quand’ero ragazzina..forse molte cose sarebbero andate diversamente e soprattutto mo sarei sentita dire la stessa frase del film “Will Hunting”: Non è colpa tua..anziché essere “catalogata” in uno di quei casi presenti nei vostri manuali..forse avresti capito che era tutto vero e che ero credibile..non avresti permesso che alcuni mi definisco “una pazza visionaria che vuole rovinare la famiglia” anche perché sai cosa questa frase può provocare quando, installata, diventa una convinzione…forse mi avresti creduto..e ora non avrei tutti questi problemi che mi porto dietro..

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  16. Quante sciocchezze e… poca onestà. Se sei psicologa anche tu, non fai prima a vergognarti piuttosto che a odiare? Parla per te. Sconfessi ciò in cui dovresti credere. E quindi o fondi un nuovo pensiero o é insensato dimostrarsi delusa. Mi sembri anche un tantino narcisista, con bisogno di attenzioni. Infatti so che mi risponderai. Io ti dico: sii la differenza che vuoi vedere negli altri e tromba di piu! Freud.

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    1. Ciao Freud, credo che poco onesto sarebbe tenere i commenti spiacevoli per me (non ho detto le critiche). Sciocco sarebbe credere che si tratti di una specie di religione a cui applicare il termine “sconfessare”. Ancora più sciocco e presuntuoso sarebbe pretendere di conoscere il modo in cui lavoro senza conoscermi, sciocchissimo proprio sarebbe non capire la provocazione ma anche l’ironia, ma sopratutto la costruzione grammaticale di “odio coloro i quali, tra gli psicologi, si comportano in un certo modo. Terribile sarebbe negare la libertà di espressione e predicare auguri di pace sull’essere il cambiamento che si vuole vedere nel mondo (nonno Ghandi docet) e predicare auguri di una vita sessuale più gaudente così come fanno quelli un po’ semplici quando incontrano qualcuno che gli sembra inasprito. Così sconfessiamo i maestri di pace, eh. Quelli dell’educazione non li nominiamo nemmeno. Se credi che rispondendoti pecco di bisogno di attenzioni, il narcisista sei tu. Pensa se ti tirassero un pugno e poi ti dicono che se reagisci sei vanitoso. E insomma, poi chiamarsi Freud, contiene una punticina di narcisismo e poca speranza nel costruire un pensiero nuovo ed indipendente, n’est ce pas? Ad ogni modo scusami per delle risposte così antipatiche, non è una condotta professionale, è proprio un moto dell’anima.

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      1. Lo trovi facilmente su ebay. Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Grazie a te per i complimenti (ricambiati) e per la risposta! 🙂

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  17. Da psicologa a psicologa: non sono sola! Hai dato parole e ironia a tanti pensieri che mi hanno attraversato la testolina in questi anni di attività…mi sono sempre sentita (orgogliosamente ) borderline rispetto a atteggiamenti, diagnosi, deontologia di certi ambienti. E mi hai fatto ridere di gusto.

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  18. Sai negli anni l’odio per me e’ diventato timore, per i danni che possono/possiamo fare. E ne ho visti purtroppo. Ma da questo un ottimo spunto per una costante autocritica costruttiva sul proprio operato per migliorarsi quel tanto che basta per non fare danni.

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